Sappiamo tutti cos’è successo in questi giorni. Chi più chi meno. La presenza di un personaggio come Junior Cally al Festival di Sanremo ha scatenato numerose polemiche per i messaggi criminali che diffonde con i suoi testi.
Ma vediamo di che si tratta. Qui di seguito un estratto della sua canzone “Strega” del 2017:
“Lei si chiama Gioia, beve e poi ingoia. Balla mezza nuda, dopo te la dà. Sì chiama Gioia, perché fa la tro*ia, sì, per la gioia di mamma e papà. Questa non sa cosa dice, porca tro*ia, quanto chiacchiera? L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa, c’ho rivestito la maschera”
E poi ancora:
“Fan*ulo lo stato, fan*ulo l’Italia. Fan*ulo ogni membro della polizia”
Interviene indignato don Enrico Bernasconi che così scrive su Facebook:
“È qualcosa di satanico e blasfemo. Non si può ascoltare!
Chiediamoci come mai tutto questo schifo ormai si vuol far passare per normalità. Chiediamoci come abbiamo fatto ad arrivare a questo degrado sociale, morale, culturale e come mai i giovani non hanno più dei modelli sani da seguire e a cui ispirarsi. Mi sa che anche quest’anno per Sanremo ci vorrà il parere degli esorcisti!”
Sulla vicenda interviene anche il Direttore di Rivelazione Samuel Colombo:
“Quando non si capisce più il limite tra libertà di espressione e istigazione all’odio e alla violenza allora la società è fallita. E’ davvero caduta in un buco nero. Una società in mano al male. Quando per far soldi, per avere risalto, per farsi pubblicità, per avere uno spazio si deve insultare, diffondere odio, istigare alla violenza, lanciare messaggi negativi che sfortunatamente con la musica entrano facilmente nelle menti soprattutto dei giovani, allora siamo allo sbando.
Junior Cally è un esempio di quegli artisti disposti a vendersi l’anima per il successo.
Se per sfondare sei disposto a fare tutto questo e non hai un minimo di vergogna a prestarti a questo gioco diabolico, allora non sei un artista ma una prostituta senza dignità.
Capisco i testi forti. Capisco il denunciare certe situazioni, certi atteggiamenti. Capisco il voler provocare nel modo giusto. Capisco il lanciare certi messaggi anche con parole dure specie quando si combatte contro il potere che opprime. Ma non è questo il caso. E non è questo il modo. Qui si tratta di non avere alcun rispetto nei confronti della donna. E mi chiedo: dove sono le femministe in questo caso? Evidentemente anche loro sono solo un’arma del potere. Un’arma che viene utilizzata solo quando serve o per colpire chi deve essere colpito o per far propaganda di Sinistra.
Quest’anno stiamo rischiando di vedere a Sanremo lo sdoganamento della violenza sulle donne. Ci rendiamo conto della gravità della cosa?! Non sottovalutiamo questo grave atto!
Un tempo usavano l’arte, la satira, il cinema per lottare contro il potere, contro certi modi di fare scorretti. Contro gli errori della società, le ipocrisie. Dicevano quello che non si poteva dire. Oggi invece queste armi in molti casi vengono utilizzate per l’esatto contrario: per servire il potere e diffondere male, odio sociale, immoralità. Il rapporto si è invertito. Per la maggiore..
Ma andiamo avanti..
Poi questo pseudo artista insulta l’Italia, insulta le forze dell’ordine.
Beh, su questo non ci stupiamo molto. Questo è un modo di fare anche della politica italiana. Soprattutto quella legata alla Sinistra e al M5S. Come dimenticarsi infatti di quell’insegnante che aveva insultato le forze dell’ordine oppure del continuo odio da parte della Sinistra nei confronti del nostro Paese, della nostra storia, delle nostre tradizioni. Come dimenticarsi della Cirinnà che aveva scritto in un cartello: “Dio, patria, famiglia che vita de me*da”. E come dimenticare il famoso motto di Grillo. Il “Vaffa“, ve lo ricordate?!
In conclusione a tutte le mamme e ai papà dico questo: non sottovalutate cosa ascoltano i vostri figli. Non abbandonateli a loro stessi. Seguiteli, consigliateli, insegnate loro i veri valori di vita. Insegnate loro il vero messaggio di vita. Ma forse la situazione è ancora più grave. Forse sono gli stessi genitori i primi a “credere” a ciò in cui i figli ascoltano.
Che Dio ci aiuti“.