Violenza sulle donne, in realtà a nessuno interessa davvero. Appello a Salvini

Ancora un altro caso di violenza inaudita da parte di un uomo sulla sua ex moglie.

E’ accaduto a Vercelli.

L’uomo prima sperona l’auto della ex, poi si accanisce contro di lei e non ancora contento dà fuoco all’auto dopo averla cosparsa di liquido infiammabile.

La donna è in gravi condizioni avendo riportato ustioni sul 45% del corpo, il 10% delle quali sono di terzo grado.

L’uomo era già a giudizio per stalking, in seguito alla denuncia presentata dalla vittima, e il Tribunale aveva emesso un provvedimento di divieto di avvicinamento.

Ma, come sempre accade, la donna in seguito alla denuncia presentata non è stata protetta, nessuna misura restrittiva era stata presa in capo all’uomo che comunque era libero di muoversi. Certo c’era un provvedimento di divieto di avvicinamento ma nessun controllo in merito. L’uomo era libero di agire e di far del male come poi è accaduto.

Purtroppo il copione si conclude sempre con scene drammatiche: la donna denuncia le violenze e non viene protetta. Anzi paga con la vita per essersi rivolta ai Carabinieri.

Come dice il Ministro Salvini è “l’ennesimo episodio gravissimo e indegno di violenza contro le donne. Spero che il Parlamento approvi al più presto il Codice rosso per le denunce delle donne che si sentono minacciate o molestate, e mi auguro che il responsabile paghi severamente, senza sconti e con il massimo della pena“.

Grazie Ministro per il suo impegno nel difendere le donne contro ogni tipo di violenza ed è proprio per questo che le chiediamo di riconsiderare il disegno di legge presentato da Pillon.

Occorre una legge che difenda colei che genera vita. Occorre agire e prevenire prima di arrivare a simili drammatiche conclusioni. La galera a fatto compiuto non fa ritornare in vita la persona, donna e madre.

Tale disegno di legge, al contrario minaccia apertamente le donne che osano denunciare o anche solo parlare degli abusi che subiscono e non tiene conto dello stato d’animo dei minori spettatori di tali violenze o che hanno subito loro stessi violenze psicologiche.

Infatti, gli artt. 17 e 18 del disegno di legge Pillon prevedono che se il figlio minore si rifiuta di vedere uno dei genitori, l’altro genitore può essere accusato di aver manipolato il minore e quindi il giudice può disporre un provvedimento d’urgenza che prevede “la limitazione o sospensione della sua responsabilità genitoriale pur in assenza di prove fattuali o legali“. Il giudice può chiedere anche il collocamento provvisorio del minore presso apposita struttura specializzata.

Con tutto il rispetto, Ministro Salvini, le chiediamo di valutare ogni situazione.

Le facciamo solo un esempio molto concreto: pensiamo al caso di una donna che subisce violenza fisica e psicologica davanti a minori, e quest’ultimi subiscono altrettante pressioni psicologiche da parte del padre. La madre chiede la separazione ed i figli, perchè minori, non vengono sentiti, non vengono presi in considerazione. Anzi, sono obbligati a stare con il padre anche qualora abbiano paura. Così facendo si finisce per non riconoscere il trauma dei bambini e delle bambine e per colpevolizzare la madre (già vittima di violenza) ritenendola responsabile di comportamenti inadeguati qualora il figlio minore non volesse stare con il padre.

I minori è come se venissero considerati inattendibili e ad essere colpita, ancora una volta è la donna.

Come dichiara l’avvocato Francesca King, esperta in diritto di famiglia e diritto minorile “non possiamo non considerare tutti quei casi in cui i figli scelgono di non stare con il genitore perchè è stato abusante e violento. Non tutela donne e bambini che subiscono violenza in famiglia“. La stessa continua: “Nei casi di violenza è impraticabile l’affido congiunto, le ricerche dicono che non è considerabile neanche la mediazione. Bisogna tutelare le vittime, che sono anche i minori spettatori essi stessi della violenza“.

E a proposito di mediazione, Ministro Salvini, secondo lei è giusto che la vittima di violenza in tutte le forme in cui essa si può manifestare (psicologica, fisica, economica etc.) sia obbligata a negoziare con il proprio aggressore?!

Le diciamo questo perchè l’art. 7 del disegno di legge modifica l’art. 706 cpc e prevede che una coppia di figli minorenni che voglia separarsi debba intraprendere obbligatoriamente un percorso di mediazione familiare prima che il caso arrivi davanti al giudice “a pena di improcedibilità”.

Questo significa che anche le donne vittime di violenza domestica sarebbero obbligate a ricorrere alla mediazione con il coniuge violento con tutte le conseguenze??!!! E di conseguenze si riempiono le nostre cronache nere.

Non solo.

Ministro Salvini, il disegno di legge Pillon prevede che il reato di maltrattamenti si configura solo se la condotta violenta è ininterrotta e non se ci sono delle brevi interruzioni di suddetta condotta.

Ma così si rischia di creare situazioni di grave pericolo per la donna vittima di violenza. Violenza è violenza sia che venga compiuta una volta, due volte o tre volte.

Un uomo quando è violento può avere dei raptus incontrollati che possono arrivare ad uccidere, come nell’ultimo caso di Vercelli.

Ministro Salvini, prenda a cuore la situazione di tutte le donne vittime di violenza. Il dolore che provano è lacerante ed è ancora più straziante quando ci sono di mezzo anche figli minori. Loro sono i primi che devono essere allontanati dalla fonte di male rappresentata dal padre violento. Non è possibile che anche loro paghino le conseguenze o rischino la vita.

Ministro Salvini, sappiamo che lei è padre ma si metta anche dalla parte di quelle madri che, pur esponendo denunce, non vengono ascoltate e finiscono poi per essere uccise o bruciate. Si metta dalla parte di quelle madri che per 9 mesi hanno tenuto nel loro grembo la piccola creatura, il proprio figlio o la propria figlia e di fronte ad un padre violento vogliono solo proteggerli. Una madre è pronta a denunciare, a scappare dalla violenza del marito-padre pur di difendere colui che ha generato. Si metta dalla parte di quelle donne che si sono nascoste in casa con la paura di essere massacrate. Si metta dalla parte di quelle donne che si sono sentite deboli nei confronti di mariti forti che hanno imposto, costretto, violentato. Ma si metta anche dalla parte di quei bambini che vedendo e sentendo ogni cosa hanno chiesto ancora una volta protezione nel grembo materno e con questo disegno di legge sarebbero obbligati e violentati nella loro volontà.