di SAMUEL COLOMBO
Ormai sono quasi tre mesi che mi trovo in Brasile. E posso testimoniarvi che quello che i media mainstream vi raccontano su questo Paese è una menzogna. Sono frottole. Bugie.
Prima di arrivare in questo splendido Paese dell’America Latina mi trovavo in Italia. Per l’esattezza, negli ultimi mesi del 2020, a cominciare dall’estate, sono stato in Sicilia (Palermo) e in Lombardia (Milano e Bergamo). E prima ancora che in Italia stavo in Inghilterra. Quindi io parlo per quello che so. Quello che ho visto. Quello che ho vissuto.
Ma andiamo per ordine. Anche per farvi capire la totale incapacità (per non dire altro) del Governo italiano e dei suoi governanti, politici nella gestione dell’emergenza Covid. E, apro e chiudo una parentesi, mi sembra che ora con Draghi la situazione non sia tanto diversa. Sebbene i media mainstream ce la mettano tutta per dipingerlo come il salvatore della Patria. Lui, “EUROinomane”, che vuole colpire al cuore la nostra sovranità nazionale. Ma non c’è bisogno che io vi dica nulla su Draghi. Sapete benissimo chi è. Andate a rileggervi come lo dipinse Cossiga.
Ma lasciamo perdere per ora Draghi e analizziamo i diversi lockdown che io personalmente ho vissuto.
Il primo lockdown del 2020 l’ho passato quasi interamente a Liverpool. Prima mi trovavo a Londra dove attualmente ho il domicilio. E vi posso garantire che ciò che ho vissuto non è minimamente paragonabile a ciò che hanno vissuto gli italiani. All’oppressione, all’accanimento che ha vissuto l’Italia. E qui mi riferisco agli abusi da parte di molti uomini delle forze dell’ordine. Ce li ricordiamo?! Alla gente invasa dalla paura. Sotto controllo mentale. Agli sceriffi di quartiere. I vari kapò che controllavano, demonizzavano, denunciavano. Paura ad uscire. Paura di incontrare i Carabinieri. Persone oneste e anziani trattati come criminali mentre gli immigrati clandestini continuavano a sbarcare. Ecco, posso garantirvi che io invece a Liverpool non ho vissuto nulla di tutto ciò. Sono dovuto venire in Italia per mettere la mascherina obbligatoriamente. A Liverpool non ho vissuto il clima di terrore. C’era rispetto e prudenza. Non abusi e terrore. Non terrorismo e paura. Non gli sceriffi da balcone. O se ci sono stati trattasi soltanto di eccezioni.
Ma ora arriviamo al Brasile.
Novembre 2020 lascio nuovamente l’Italia dopo aver trascorso le vacanze estive e l’autunno nella splendida Sicilia e aver fatto qualche settimana al nord come detto precedentemente. Il clima stava diventando sempre più pesante. E l’aria irrespirabile. Dovevo partire. Così sono evaso dalla prigione per la seconda volta. E vi posso garantire che ho notato un’enorme differenza tra ciò che ho vissuto nella mia amata Patria e ciò che invece ho trovato nel Continente Latino.
Dunque.
Faccio il Covid test prima di partire dall’aeroporto di Palermo. Negativo. Supero i diversi controlli. Fornisco tutta la documentazione richiesta e raggiungo la destinazione prefissata. Palermo, Roma, Madrid, San Paolo, Asuncion. Un viaggio interminabile. Ma necessario, doveroso per raggiungere la libertà. Arrivo e rimango per qualche giorno in Paraguay. Poi, finalmente, in Brasile. Curiosità da non sottovalutare: dal Paraguay al Brasile non mi hanno chiesto neanche il tampone. Solo il libretto della Febbre gialla.
Ma prima di parlarvi del Brasile volete sapere ciò che ho vissuto in Paraguay, ad Asuncion? Ciò che ho visto? La mia impressione?
Vi riporto il post che pubblicai sul mio profilo Facebook in data 23 novembre 2020:
“Qui non c’è l’ossessione Covid. Vado in giro tranquillamente all’aria aperta senza mascherina. E nessuno mi dice nulla. Neanche Polizia e militari con i quali ho parlato. Qui la gente è solare, disponibile, gentile. E non incattivita come da altre parti del mondo. Certo, il turismo è un po’ fermo. Tutto è un po’ fermo. Come potrete immaginare. Ma la vita va avanti. Metto la mascherina solo per salire sui mezzi di trasporto e quando entro al ristorante. E quando la metto il naso rimane sempre libero. Così posso respirare e non soffocare. Pensate, addirittura al B&B dove alloggio vado sempre in giro senza mascherina. Come la titolare del resto. Quindi in sostanza vengono rispettate le misure di sicurezza ma non c’è l’ossessione come ho notato invece in diverse parti d’Italia. Buona giornata amici!”
Dopo aver fatto qualche giorno in Paraguay ecco che parto per il Brasile.
Riporto ora due post da me pubblicati nel mio profilo Facebook nel primo periodo in cui mi trovavo in Brasile. Così potete capire meglio l’impatto. Parliamo di dicembre 2020. Ovviamente ho tutti i video che testimoniano le mie parole. Qualcuno l’ho anche pubblicato.
Ecco il primo:
“Mentre in Italia il dittatore Conte vi chiude in casa, agli arresti domiciliari, qui a Copacabana (Rio de Janeiro) e spiagge limitrofi guardate che succede. La vita va avanti. Gioia, spensieratezza, sorrisi, divertimento. Mentre da noi vengono distrutti rapporti, relazioni e nella mente dell’uomo viene instillata la paura nei confronti del prossimo, qui sono le persone stesse che si fanno avanti e vogliono conoscerti. Ti stringono la mano. Ti abbracciano. Mentre in Italia il popolo soccombe, qui reagisce. Mentre in Italia Conte serve il Nuovo Ordine Mondiale, qui Bolsonaro lo combatte. Prudenza sì. Distruzione del tessuto sociale ed economico no. Distruzione delle libertà mai.”
Ecco ora il secondo post pubblicato in data 13 dicembre 2020. Mi trovavo in un’altra metropoli.
“Qui dove mi trovo sembra che il Covid non esista. Hotel pieni, ristoranti aperti a pranzo e a cena. Gente che balla, sorride, si diverte. Chiese aperte. Musei aperti. Ovviamente non tutti. Turisti in giro che visitano le bellezze di questo Paese senza alcun problema. Viaggi da una zona ad un’altra, da una città ad un’altra senza alcun problema. Negozi e centri commerciali aperti. Camminando per le strade vedo gente che mette la mascherina e gente che non la mette. Non vedo accanimento. Non vedo oppressione. Non vedo la dittatura sanitaria che c’è in Italia. La gente è prudente, rispetta le misure di sicurezza ma la vita va avanti. Quindi non mi venite a dire che nel mondo è tutto uguale.”
Mentre in Italia le persone non potevano andare da un comune ad un altro, da una regione ad un’altra, io sono andato dal Paraguay al Brasile. E in due mesi ho visitato quasi tutto il Paese. Girando nei diversi Stati senza alcun problema. Prendendo aerei, autobus, traghetti. Facendo escursioni, visitando chiese, musei, bellezze naturali. E tutto ciò che il Paese poteva offrire. Compatibilmente con le restrizioni adottate che non avevano e non hanno come in Italia lo scopo di distruggere i rapporti sociali e l’economia.
Sono stato a San Paolo, Rio de Janeiro, Goiania, Foz do Iguacu, Manaus, Belem, Fortaleza, Jericoacoara, Brasilia.
In conclusione vi dico questo.
Non fidatevi di ciò che il mainstream vi racconta. Hanno bisogno di spaventarvi. In modo tale non facciate troppe storie quando si tratta di cedere pezzi di libertà a coloro che dovrebbero curare i vostri interessi ma che in realtà lavorano per manipolarvi, controllarvi, schiavizzarvi, costringervi in catene. Non vogliono che il popolo reagisca. Vogliono il popolo ignorante, inconsapevole, spaventato. Così da poterlo dominare. Io invece vi dico: ragionate sempre con la vostra testa. Non cadete nei loro tranelli. Non fatevi ricattare. Reagite. Sempre. E come dico nel mio libro: mai arrendersi!
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