di SAMUEL COLOMBO
La rivista “L’isola di Patmos” è ossessionata. Don Ariel Levi di Gualdo è ossessionato. Questa “checca isterica”, alla quale io personalmente avevo risposto in un video poco tempo fa (vedi video), che grugnisce in giro per il web, che diffonde odio, che vomita insulti come fosse il figlio prediletto della Cirinnà, non riesce a darsi pace, non riesce a dormire la notte. Il leone da tastiera è tormentato.
Ma da chi sono ossessionati questi diversamente bergogliani?
Sono forse preoccupati per la situazione attuale all’interno della Chiesa? Sono forse preoccupati del fatto che Bergoglio abbia creato una nuova falsa chiesa predetta nel 1960 da padre Pio? Chiamata anche dalla beata Emmerick “chiesa stravagante” e dal Venerabile Fulton Sheen “contro-chiesa”? Sono forse preoccupati dei cambiamenti che sta attuando questa nuova chiesa? Sono forse preoccupati delle dichiarazioni del Cardinal Danneels che ha parlato di un conclave manipolato? Delle dimissioni forzate di Benedetto XVI (per questo ricordiamo la sua frase: “Pregate perché io per paura non scappi davanti ai lupi”)?
No, nulla di tutto questo.
A questi “d’animo corrotto” non importa se intronizzano Pachamama in Vaticano..
Non importa se rivalutano Lutero..
Non importa se lavorano alla costituzione di un’unica religione mondiale..
Non importa se favoriscono l’islamizzazione dell’Europa..
Non importa se favoriscono la destabilizzazione dell’Italia..
Non importa se sostituiscono Gesù Cristo con l’immigrato, con una politica di sinistra, diabolica e legata a stretto contatto con interessi di poteri forti e Massoneria..
Non importa se Bergoglio bestemmia un giorno sì e l’altro pure.. se insulta la Santa Vergine e nega la divinità di Gesù Cristo..
Il problema numero uno per questi venduti, questi corrotti, questi mistificatori della realtà è don Minutella.
Per questi accecati è tutto normale. O almeno deve essere tutto normale. Altrimenti lo stipendio e la poltroncina vanno a farsi benedire. Altrimenti con i sistemi da “gestapo” che usa la “chiesa della misericordia” si rischia di finire in esilio o sottoterra.
Così mentre questi impostori prendono il sole, don Minutella, Mons. Viganò e pochi altri rischiano la vita per difendere la sana dottrina cattolica e battersi per la verità.
In sostanza don Minutella è un uomo pericoloso. Non solo per i massoni ma anche per questi tiepidi che pensano di vivere nel “Paese delle meraviglie” o dei balocchi, a seconda. E sapete perché? Perché con il suo comportamento li sconfessa. Li mette in grosse difficoltà. Infatti lui ribellandosi a questa impostura, a questo regime dimostra che loro sono dei codardi, dei conigli nel non farlo. Questo è il problema.
Quindi sono costretti ad insultarlo. Minacciarlo. Farlo cadere nel ridicolo. Raccogliere firme per zittirlo. Per ridurlo allo stato laicale. Ammazzarlo se fosse possibile.
Sono disposti a negare, strumentalizzare ogni cosa se può servire alla causa, che è demolire don Minutella. Ma più loro cercano di distruggerlo, più lui aumenta nei consensi. Sempre più persone lo apprezzano, lo seguono perché respirano la fiamma dello Spirito Santo. Così il Signore si prende gioco dei suoi nemici. Ecco perché i cani rabbiosi perdono la testa. E gli indemoniati sputano veleno e calunnie.
Addirittura sono arrivati a negare e attaccare le visioni della beata Emmerick. Per questo riportiamo direttamente il post chiarificatore pubblicato su Radio Domina Nostra da don Alessandro Minutella. Post che dimostra la loro ignoranza e che sono mossi solo da pregiudizio, codardia, odio e invidia.
Don Minutella nel post così scrive:
“IL CASO DELLE VISIONI DELLA BEATA CATERINA EMMERICK. “PAPA MINCHIONELLA MAGNO” (Così don Ariel ha chiamato don Minutella) E IL PRESTIGIOSO CORTEO: GIOVANNI PAOLO II, MEL GIBSON, VITTORIO MESSORI, VICARIATO APOSTOLICO DI TURCHIA. TUTTI IGNORANTI. LA RAGIONE E’ DALLE PARTI DI PATMOS…
Lo farò solo questa volta, per dimostrare a tutti che le accuse a me mosse sono pregiudiziali e opera di uomini di Chiesa ignoranti e superficiali, mossi unicamente dall’odio e dall’invidia. Solo questa volta, come chiaro esempio di ciò che meritano questi preti. Ignorarli è la migliore scelta.
Se almeno il detrattore avesse qualifiche e titoli, allora lo scambio di vedute risulterebbe oltremodo gradevole, o almeno edificante. Come quello, per esempio, del cardinale Newman con l’antico amico Pusey a riguardo della conversione al cattolicesimo. Il problema è che a Patmos non c’è Pusey, ma uno che usa un linguaggio barbaro, violento, senza rispetto. Tuttavia, almeno questa volta, entrerò in campo, solo questa volta, per dimostrare chiaramente, come dicevo, la superficialità, frutto di mancati studi seri e qualificati, del mio detrattore. Egli dirà che non servono i gradi accademici per fare teologia, e si sbaglia di grosso. E’ come dire a un uomo che non ha studiato medicina di operare un paziente!
Quando la Chiesa proclama i santi, lo fa perché essi hanno vissuto in grado eroico le tre virtù teologali, cioè fede, speranza e carità. Questo è il criterio base perché un’anima venga riconosciuta santa e portata all’onore degli altari. Se poi quel determinato santo ha avuto esperienze e fenomeni mistici, oppure ha avuto visioni o ha scritto, la Chiesa, mediante un attento esame dei medesimi fenomeni come degli stessi scritti, perviene a un giudizio che può essere o positivo (constat de supernaturalitate) o negativo (constat de non supernaturalitate), oppure – come sovente accade – sospende il giudizio (non constat de supernaturalitate).
Mentre il giudizio negativo (constat de non supernaturalitate) impedisce che si possa proseguire nel processo di canonizzazione (e, ancor prima, di beatificazione), nel caso in cui si sospende il giudizio (non constat de supernaturalitate), è possibile continuare ad esaminare il grado eroico della vita teologale di quel determinato santo, senza per questo, appunto, giudicare l’opera e la fenomenologia mistica. E’ soltanto un giudizio perentoriamente negativo, dunque, che impedisce la prosecuzione del processo e lo blocca. Nel caso della Emmerick, il giudizio del Cardinale Prefetto si sofferma non sulla legittimità teologica delle visioni, ma sull’attendibilità dell’autore. Che è un’altra cosa.
Casi di persone ritenute sante, perché investite di carismi mistici o perché prolifici scrittori, che attendono, a volte persino da secoli, di essere condotte all’onore degli altari, ma il cui processo rimane bloccato, ce ne sono parecchi. Anche quando l’esistenza risultasse oggettivamente eroica nell’esercizio delle virtù, un giudizio negativo sul valore teologico e dottrinale delle opere, risulta decisivo per sospendere la causa.
Uno dei casi più significativi nel passato è quello della serva di Dio, suor Maria d’Agreda, suora spagnola del ‘600, compositrice dell’opera La mistica città di Dio, una raccolta di visioni della vita della Santa Vergine. La d’Agreda è riconosciuta senza dubbio santa, ma il giudizio non ancora positivo sulla sua opera ha impedito che venisse beatificata. Più di recente, risulta sorprendente il caso di santa Faustina Kowalska. Ritenuta fuori di testa dai cardinali della Curia Romana e dagli ufficiali che esaminarono per la prima volta negli anni ‘50 il suo Diario, venne archiviata come inattendibile. Con Giovanni Paolo II, il giudizio pressoché unanime dei cardinali e degli ufficiali di Curia, è stato superato dalla parola autorevole del Santo Padre.
C’è poi da aggiungere che la Chiesa, che procede sempre con grande cautela, attende anche che venga compiuto un miracolo per intercessione della persona che deve essere prima beatificata e poi, casomai, anche canonizzata. Il miracolo comprova l’attendibilità del giudizio della Chiesa.
Durante il pontificato di Giovanni Paolo II, si sono avute alcune celebri beatificazioni e canonizzazioni di servi e soprattutto serve di Dio che hanno vissuto alcuni singolari carismi mistici, avendo anche ricevuto visioni messe per iscritto.
Tra queste, senza dubbio, le due più importanti sono state la beatificazione di Caterina Emmerick, avvenuta il 3 ottobre 2004, e la beatificazione e canonizzazione di suor Faustina Kowalska (18 aprile 1993 e 30 aprile 2000). Entrambe le due mistiche avevano dovuto subire un lungo processo informativo che, soprattutto nel caso di suor Faustina, aveva condotto all’archiviazione nei grandi scaffali della Congregazione per le cause dei santi. Per Caterina Emmerick, si diceva che fosse una visionaria inattendibile, e che le sue visioni fossero romanzi composti da Clemens Brentano, uno scrittore che la affiancherà per parecchi anni. Di suor Faustina, invece, addirittura si era parlato di una suora psicopatica.
Alla fine, Giovanni Paolo II le ha entrambe portate all’onore degli altari. Perché hanno condotto un’esistenza santa, eroica. E le visioni, quelle degli scritti della Emmerick e il Diario di suor Faustina?
Ebbene, il papa, quando proclama santo un mistico, qualora non ci fosse apertamente un contrasto nei carismi e negli scritti (nel qual caso la beatificazione risulterebbe impossibile), lascia libertà ai fedeli di attingere o meno ai loro scritti e alle loro esperienze mistiche.
Attenzione, dunque: lascia liberi i fedeli. Significa che la Chiesa né impone che vi si debba credere, né tuttavia impedisce che vi si creda.
Ora, quando sui social, nei giorni scorsi, dalle parti della sperduta isola di Patmos, mi si attacca, con un linguaggio e uno stile che rivela tutta l’invidia rabbiosa che circola in quella isola, e si scrive che io inganno le anime perché parlo delle visioni della Emmerick, quando queste invece sono state condannate, domando: chi è l’imbroglione? Io o Patmos?
Il papa ha beatificato la Emmerick, questo significa due cose: è una santa, e le sue opere e le sue esperienze mistiche possono essere attinte, anche se gli studiosi avanzano dubbi sull’autenticità.
Dunque, se un qualunque uomo di Chiesa decide, perché gli fa comodo, di non crederci, perché scagliarsi così contro di me, che invece, appoggiandomi su quanto la Chiesa ha stabilito, decido di crederci? Forse io lo condanno perché non vuol crederci? No. Dunque, perché condannare me se ci credo? La Chiesa non ha espresso alcun giudizio negativo sulle visioni della Emmerick, lasciando libertà ai fedeli di attingervi.
Il Dizionario di Mistica, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, a riguardo delle visioni della Emmerick, dopo aver detto che gli studiosi sono scettici, aggiunge che tali visioni “hanno aiutato molte anime a vivere le scene della passione del Signore con intensità e amore” (p.452). Dunque, c’è un giudizio più che favorevole da parte degli esperti, e gli studiosi, in ogni caso, devono indietreggiare quando il papa si pronuncia a riguardo dell’esistenza santa della Emmerick. Come a dire, può mai venir fuori un frutto brutto da un albero buono, secondo la rigorosa logica evangelica? Il Diario di santa Faustina era stato ritenuto un testo eretico, scritto da una suora matta, e ciò con decreti a firma di illustri Cardinali. Oggi quel testo nutre ed edifica milioni di anime nel mondo…
Il fatto che si sospetti che a scrivere sia stato Clemens Brentano, deve confrontarsi con un dettaglio che il noto scrittore italiano Vittorio Messori ha messo in luce nel suo splendido libro, dal titolo Ipotesi su Maria. Alle pagine 455-462 (“Quella casa sopra Efeso”), Messori ricostruisce l’incredibile storia del ritrovamento archeologico di quella che è chiamata casa di Maria, e che è stata rinvenuta grazie alle visioni della Emmerick. Allora, o non è vero che Brentano ha scritto lui le visioni, oppure era lui il visionario!
Nel 1880, un facoltoso prete francese, l’abbé Gouyet, parte per l’Oriente, libro delle visioni in mano, per verificare. Scrive il Messori: “il suo viaggio cominciò nel 1881 dall’Egitto, e qui ebbe la prima sorpresa: i luoghi dove la Sacra Famiglia in fuga avrebbe soggiornato, stando alle visioni non solo esistevano, ma erano conformi a quanto diceva la stimmatizzata. Altre sconcertanti conferme in Palestina: da Cafarnao al Tabor, al Carmelo” (p.459). Tuttavia la scoperta più sconcertante avviene a Efeso, dove, sempre seguendo le indicazioni della Emmerick, il prete francese non solo trova il sito del tutto coincidente, ma individua una casa, antica e isolata, circondata dalla venerazione dei cristiani e degli stessi musulmani. Era la casa di Maria a Efeso, descritta nelle visioni della Emmerick. Messori si addentra in particolari sconvolgenti; scrive che la Emmerick aveva anche precisato che “le finestre della casa erano poste a una considerevole altezza e la seconda stanza era più oscura della prima” (p.460). Lo scrittore piemontese aggiunge: “in effetti, le aperture della casa erano situate a un’altezza inusitata, a quasi tre metri dal suolo. E la seconda stanza non aveva che una feritoia altrettanto in alto, sì che era assai scarsamente illuminata” (pp.460-461).
L’arcivescovo di Smirne, l’italiano monsignor Andrea Policarpo Timoni, inizialmente scettico nei confronti delle visioni della Emmerick, nel 1892 si reca presso il sito archeologico, e vi celebra una santa messa. Egli autorizzerà il culto mariano e scriverà: “avendo buone ragioni – visti gli omaggi resi tanto alla buona fede quanto alle virtù di Anna Caterina Emmerick dai suoi direttori spirituali – di pensare che le sue rivelazioni meritano almeno un certo credito; constatando d’altra parte, libro in mano e con i nostri occhi, la conformità perfetta che esiste tra il luogo e le rovine da noi visitate e ciò che dice la veggente sulla casa della Santa Vergine a Efeso…noi incliniamo a credere fortemente che queste rovina siano veramente i resti della casa abitata dalla Santa Vergine”.
Esiste, dunque, un santuario mariano a Efeso, riconosciuto dalla Chiesa, che si fonda su scavi archeologici effettuati sulla base delle visioni della Emmerick.
Quando Giovanni Paolo II, nonostante lo scetticismo di non pochi cardinali e teologi della Curia Romana, ha deciso di beatificare la veggente tedesca, ha tenuto conto di questi preziosi resoconti.
Ed esiste anche un film, The Passion, del regista americano Mel Gibson, che è tutto basato sulle visioni della Emmerick.
Dunque, in conclusione, “la neuro-pericolosità di Alessandro Minutella”, che non risponde mai alle precise contestazioni, deve precisare che quelle esposte da tale uomo di Chiesa, non sono affatto “precise contestazioni”, ma faziose e incomplete, e forse volontarie, altrimenti ignoranti, dichiarazioni di un uomo roso dall’invidia.
Altrimenti, non solo “Minchiotella”, e le “neuro-belanti pecore al seguito”, ma anche in successione, il prete francese Gouyet, e poi nientemeno Giovanni Paolo II, Vittorio Messori, il vicariato apostolico di Turchia, mons. Timoni, e persino Mel Gibson, non sono che “fanatici al seguito del loro guru”.
Del resto, quali titoli accademici e quali onori pastorali questo prete, chiaramente bisognoso di una cura rilassante, e che usa toni del tutto evangelici, esibisce?
E’ solo un esempio della mistificazione riduttiva e superficiale con cui mi attaccano. Ma credo abbia ragione mio fratello: “lasciali perdere, cercano notorietà attraverso di te; non c’è un prete che abbia tanto seguito come te… ed essi, come parassiti fetidi, cercano il risalto…”.
La loro rabbia monta sempre di più, visti i numeri. Raccolgono firme perché il papa mi riduca allo stato laicale, così le anime verranno preservate! Ed è simpatico che chi scrive sul mio conto con espressioni così affettuose, mi accusi di fomentare odio…”