Don Ariel vorrebbe essere come don Minutella ma ha paura delle conseguenze. Per questo gli vomita addosso odio ed insulti

di SAMUEL COLOMBO

Don Ariel vorrebbe essere come don Minutella. Per questo lo odia. Lo attacca di continuo. Lo insulta. Lo schernisce.

Vorrebbe essere come lui. Preparato come lui. Avere un seguito come lui. Neanche i suoi articoli scritti su “L’isola di Patmos“, interviste a “La Verità“, “Il Giornale” gli fanno guadagnare la popolarità che vorrebbe. O il partecipare alla trasmissione di Del Debbio.. Quindi in qualche modo deve sfogare la sua frustrazione.

Ma il punto focale è un altro. Don Ariel vorrebbe essere come don Minutella ma non ha la forza. La forza data dalla fede. Preferisce fare il leone da tastiera per nascondere la sua codardia. Pensa di fare il duro ma si comporta solo da checca isterica.

Sapete perché don Ariel è ossessionato da don Minutella? Sapete perché gli vomita addosso odio ed insulti di continuo?

Perché ha paura. Questo è il punto.

Paura delle conseguenze. Paura di soffrire, di sacrificarsi. Paura di mettersi in discussione. Paura di essere perseguitato. Condannato. Infangato. Demonizzato dai media di regime. Paura di perdere tutti i comfort. Paura della Massoneria che gliela farebbe pagare cara se soltanto dovesse mettere in discussione la legittimità di Bergoglio a Papa.

Don Ariel condivide la critica nei confronti di Bergoglio ma non riesce a fare il passo successivo perché sa che gli costerebbe caro. E quindi preferisce sottomettersi al lupo. Sottomettersi alle sue eresie, bestemmie. Sottomettersi ad un falso magistero.

Ma caro don Ariel un vero discepolo di Cristo professa la verità fino in fondo. Capisco che hai paura di essere scomunicato, essere pedinato, minacciato, di perdere lo stipendio, la poltroncina, i tuoi agi.. capisco che hai paura di mettere a repentaglio la tua vita.. ma qui c’è in gioco la salvezza delle anime.

Non potrai mai essere una vera guida continuando a comportarti in questo modo. Tenendo il piede in due scarpe. Lanciando il sasso ma poi tirando indietro la mano. Per certi versi facendo il tiepido. Girando la testa dall’altra parte..

Il buon pastore è pronto a dare la vita per le sue pecore, non dimenticarlo.

Ma tu evidentemente sei troppo attaccato a ciò che hai. Liberati di questo fardello! Davanti a Dio, credimi, questo non conta nulla.

E poi, prova a riflettere. Critichi tanto don Minutella cadendo spesso in un linguaggio riprovevole, specie per un sacerdote, ma tu per dare il buon esempio che cosa hai perso in questa battaglia degli “ultimi tempi”?

Non hai dato nulla per la causa di Cristo. Non conosci la sofferenza. L’abbandono. La persecuzione. Ecco perché non sei credibile quando parli. E le persone questo lo vedono, lo sentono, lo percepiscono. Ecco perché non ti seguono.

Così sei costretto a nascondere questa paura con l’arroganza, gli insulti.

Poveretto. Mi fai quasi pena..

Ma comunque io sono fiducioso e penso che in futuro ti ricrederai. Il Signore sa come intervenire. Conosce i modi e i tempi.

Noi “fanatici minutelliani” pregheremo per te.