Noi di Rivelazione abbiamo raggiunto Don Enrico Roncaglia telefonicamente e gli abbiamo chiesto di dirci che cosa ne pensasse della vicenda di Bibbiano e degli affidi illeciti. Questa è stata la sua cortese risposta.
Nella mia vita di sacerdote (37 anni) mi sono imbattuto nelle più svariate sofferenze. Alcune di queste inenarrabili. Ma nessuna raggiunse mai per intensità la sottrazione ingiusta e forzata di un figlio da parte delle istituzioni preposte alla difesa dei deboli.
Nei primi anni duemila trascorrevo parecchie ore in confessionale. Mi capitano ben 2 casi.
Il primo è quello di una bambina di 9 anni sottratta alla madre perché il legame madre figlia era troppo forte. La bimba venne poi affidata a una casa famiglia. La mamma, abbandonata dal marito aveva ormai come unico affetto quella bambina che riempiva di calore la sua vita. Venne sottoposta a inutili e interminabili colloqui con assistenti sociali e psicologi, i quali ogni volta le sbattevano in faccia la colpa della sua irreversibile inadeguatezza al ruolo di madre e le allontanavano sempre più il miraggio di poter riabbracciare la figlia. Ne frattempo questa veniva rieducata nella casa famiglia per poi venire affidata al marito e alla sua amante. La madre era costretta a vederla di nascosto appostandosi in auto per aspettare il suo passaggio e rischiando il peggio. Come era diversa dalla bimba che lei aveva cresciuto… Quelle lacrime erano inconsolabili. Spese tutto quello che aveva in avvocati senza cavare un ragno da un buco. Sono passati anni e quella pena è stampata nel mio cuore sacerdotale e offerta quotidianamente nel sacrificio della S. Messa.
Il secondo caso è quello di due sorelline preadolescenti che vennero sottratte ai genitori perché erano troppo cattolici e impedivano alle figlie di andare in discoteca. Ebbene sì, questo è il movente. Gli assistenti sociali fecero leva sul desiderio delle figlie di divertirsi come le amiche e anche sulla testimonianza dei nonni che non vedevano di buon occhio l’avvicinarsi alla fede da parte dei genitori. Traditori coi traditori. Non ci fu legale in grado di contrastare quelle dichiarazioni gonfiate, alterate e carpite con inganno. Non ci fu limite ai colpi inferti agli innocenti. Tutto questo mi riportava a Cristo nelle ore della Passione. Tutto il male del mondo si è abbattuto su di Lui.
Perciò fin da allora, attraverso quei due casi, stando fermo in confessionale, ebbi la netta sensazione di trovarmi sotto una dittatura rossa in stile Soviet. D’altronde conoscevo già la tristissima vicenda denominata “veleno” accaduta alcuni anni prima nella bassa modenese. In quella vicenda perse la vita un mio confratello sacerdote don Govoni, morto di crepacuore dopo anni di accuse infamanti da parte di due maestrine comuniste. Pensavamo che le tristi vicende del dopoguerra (triangolo della morte) fossero passate per sempre.. Pensavamo che il comunismo non esistesse più solo perché aveva cambiato nome.. Ma ora è peggio, perché sono i loro epigoni impenitenti. Non è morta l’ideologia, è solo peggiorata.
Questo serpente degli affidi illeciti striscia in tutt’Italia. È troppo redditizio, inoltre fornisce prede facili ai pedofili.
Chi ha una dignità si alzi in piedi è compia il proprio dovere. Questo serpente va schiacciato in ogni sua spira. Avanti italiani, siate degni di questo nome!
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