Jerry Calà intervistato da Samuel Colombo: “La nostra vita deve essere dettata da quello che abbiamo dentro”. E poi ancora: “Io sono come un caterpillar, non mollo mai!”

E’ il 14 agosto 2019. Ormai già il 15 dato che è l’1,30 di notte. Ci troviamo nello storico e famoso locale della Versilia: La Capannina di Franceschi a Forte dei Marmi che quest’anno festeggia 90 anni dalla sua nascita. Era il 15 agosto del 1929 infatti quando Achille Franceschi inaugurò un locale in un vecchio capanno sulla spiaggia di Forte dei Marmi diventato negli anni simbolo della riviera versiliese.

Questa sera, grande spettacolo di Jerry Calà, di casa da queste parti.

Grazie alla disponibilità dello staff della Capannina e soprattutto di Dario e del sig. Santini siamo riusciti a raggiungerlo per intervistarlo prima dell’inizio dello show previsto per le ore 2,00. Ecco alcune delle domande che il Direttore di Rivelazione Samuel Colombo è riuscito a fare al grande artista.

Io fin da ragazzo ho seguito e amato i suoi film perché positivi, allegri. Ecco, questa positività, questa voglia di fare, quest’allegria rispecchia anche la sua vita, non è vero?

Oddio.. sì in parte.. però insomma.. non totalmente. Non bisogna mai confondere, come purtroppo fa qualcuno, i personaggi che uno interpreta con quello che lui è nella vita. Perché io nel cinema ho interpretato anche dei grandi cazzoni. Però non vuol dire che io sia un cazzone. Ma c’è qualcuno che ogni tanto fa queste confusioni.. Mi raccomando.. (risata)

La sua allegria, la sua leggerezza nell’affrontare le diverse situazioni nei film che ha girato non hanno mai voluto sminuire le difficoltà della vita. Ha forse voluto aiutare i giovani a non lasciarsi travolgere dai problemi ma cercare sempre di affrontarli con un pizzico di ottimismo?

Che domande impegnate che mi fai..

Mah.. io ho rappresentato negli anni ’80 la voglia un po’ di emergere dei ragazzi, la voglia di affrancarsi anche dalla famiglia, andando a vivere da soli, come nel mio film appunto: “Vado a vivere da solo”. Poi la voglia di successo degli Yuppies.. Sì ho rappresentato insomma un periodo in cui i ragazzi avevano voglia di darsi da fare, di essere indipendenti.

Infatti, tempo fa, proprio commentando il film “Yuppies – i giovani di successo” lei disse: «Degli anni ’80 manca l’entusiasmo che aleggiava nell’aria. Erano gli anni del rischio, anni in cui ci si buttava in imprese folli. Gli yuppies erano dei cazzoni, ma avevano tanta voglia di fare. Io negli anni ottanta recitavo in “Vado a vivere da solo”: c’era voglia di affrancarsi. Oggi i ragazzi sono troppo protetti, le famiglie sono troppo ingombranti e non danno loro la possibilità di andarsi a conquistare il proprio futuro».

E’ vero, è vero..

Lei non pensa che i giovani d’oggi per svariati motivi abbiano perso anche un po’ di speranza, entusiasmo, voglia di fare? Molti non vedono un futuro. La loro creatività, i loro talenti non sono presi in considerazione. Molti sono costretti ad andare all’estero. Poi c’è anche il problema dei cosiddetti “mammoni”. Lei che cosa ne pensa?

Allora su quel fatto dei “mammoni” secondo me è una stronzata. Cioè la verità è che, non dico che sia colpa, ma che sia una troppa voglia dei genitori di oggi di proteggere i figli.. che frena un po’ questi ragazzi.. La troppa protezione.. capito? Adesso non so se fosse giusto o no però ai miei tempi se uno prendeva un brutto voto a scuola, cazzo a casa poi ti davano il resto. Adesso invece c’è qualche genitore che va a picchiare il professore o perlomeno a lamentarsi. Insomma voglio dire.. bisogna stare attenti.

La sua celebre frase: «L’estate non è una stagione, ma uno stato d’animo» forse racchiude più di tutte questa positività, quest’ottimismo e questa voglia di affrontare il mondo nel modo giusto. È d’accordo?

Sì sì, sono d’accordo. Credo che sia una delle frasi più felici che ho inventato in un mio film e la dico sempre alla fine di un mio spettacolo. E’ come dire: la nostra vita non dipende da fattori esterni come una stagione, il sole, la pioggia o la neve. La nostra vita deve essere dettata da quello che abbiamo dentro noi. E quindi non è una stagione.

La vita è una ricerca di se stessi. Che cosa ha ricercato nelle sue pellicole?

Mah, guarda.. ho fatto dei film leggerissimi, non presuntuosi. Mai. Non ho mai voluto nei miei film lanciare nessun messaggio. Però credo che i film che ho fatto io un merito ce l’abbiano: aver regalato al pubblico anche di oggi, anche dopo qualche anno, una fotografia reale di un certo periodo, dell’umore, del costume, anche in maniera leggera voglio dire.. Sono film che fotografano bene un certo periodo. Tanto è vero che è il motivo per cui i ragazzi, anche di oggi, guardando quei film, dicono: “Cazzo, avrei voluto vivere in quel momento lì. Perché voi vi divertivate. Vi sapevate divertire. Non c’erano tutte le cose brutte che ci sono oggi..

La vita è un continuo mettersi in gioco. E lei diverse volte lo ha fatto (a 43 anni ad esempio si è rimesso in gioco diventando un regista indipendente dalle grandi produzioni. Poi ancora lanciandosi come cantante e showman). La vita è una continua battaglia contro noi stessi, le nostre paure, le nostre fragilità, i nostri pensieri. Come ha trovato la forza di non arrendersi mai davanti alle porte chiuse, ai problemi della vita, ai dispiaceri, gli incidenti?

Mah.. quello è il mio carattere: io non mollo mai! Cioè io sono uno che anche piano piano.. però sono come un caterpillar: quello che voglio lo devo ottenere. E fino adesso diciamo che all’80.. anche 85% mi è riuscito.

Grazie Maestro! E’ stato un piacere!

Prego!